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Approcciare una donna: uno dei temi che vengono da sempre discussi nell’ambito della seduzione e che ancora verranno discussi per molto tempo.

C’è chi cerca delle “regole magiche” per farlo nel modo giusto, chi si impegna e chi sembra riuscirci per una specie di talento naturale.

Ma quale tipo di approccio funziona meglio? Quello di chi si presenta come un leone impavido, oppure quello più inibito e tranquillo che non nasconde una vena di timidezza?

In questo nuovo appuntamento sul blog vogliamo fare chiarezza su questo tema. Se non sarà una volta per tutte, almeno avremo aggiunto qualche punto importante all’eterna discussione sugli approcci.

Il leone e l’agnellino

Se esistessero soltanto due categorie di approcci, potremmo dividerle così: con i “leoni” da una parte e gli “agnellini” dall’altra.

Il leone è quello che arriva a petto gonfio, usa subito un complimento, è sorridente e non tradisce minimamente l’emozione dell’approccio. Se anche è agitato, sul suo volto non si scorge la minima espressione che potrebbe farlo percepire.

Questo tipo di approccio si contraddistingue per una giusta dose di sfacciataggine, che non deve sfociare nella volgarità, e per la disinvoltura del suo artefice.

Dall’altra parte, invece, ci sono gli agnellini.

Non sono assolutamente inferiori ai leoni, ed anzi ottengono spesso più successo. Si avvicinano piano ed esordiscono con un “Ciao” incorniciato dalle guance arrossate.

Anche se risultano meno tronfi e sicuri di sé, gli agnelli da approccio sono comunque visibilmente spontanei e si mostrano meno spacconi. Per questo non è affatto un male esserlo.

Ora, è chiaro che queste due categorie siano agli antipodi e che per spiegarci sia stato necessario anche estremizzare un pochettino il discorso.

Come sempre non ci sono soltanto il bianco e il nero, ma una serie di sfumature di grigio che stanno in mezzo ai due estremi.

Quello che ci interessa di più, però, è capire se sia davvero il caso di seguire un filone piuttosto che l’altro per cercare di massimizzare le probabilità di un approccio di successo.

Quale funziona meglio?

Questa è la domanda principale, non ci sono dubbi. Rispondere, però, non è così semplice.

Per cominciare, iniziamo a dire che non tutte le occasioni sono uguali:

  • In un posto come la palestra o la discoteca, dove il livello di energia generale è alto, un approccio più spavaldo è contestualizzato. Non risulta così fuori luogo come in una biblioteca o sulla banchina mentre si aspetta la metro;
  • Quando una ragazza è da sola, un approccio timido può colpirla di più e lasciarla più tranquilla nel dare una risposta. Al contrario, quando è con le amiche un approccio remissivo può risultare una figuraccia.
  • Dal vivo un approccio più tranquillo viene percepito meglio che sui social, dove in generale tutti sono un pochino più disinibiti.

Un’altra variabile che bisogna considerare è il gusto personale della donna che abbiamo di fronte. Non tutte reagiscono nello stesso modo allo stesso approccio.

Qualcuno potrebbe preferire un approccio un pochino più sfrontato, perché il suo uomo ideale è uno fortemente sicuro di sé che non ha paura di prendere in mano le situazioni.

Qualcun altro potrebbe desiderare un approccio più tranquillo, più pacato, perché il suo uomo ideale riflette queste caratteristiche.

Purtroppo non c’è modo di sapere certe cose in anticipo, quindi alle volte bisogna semplicemente gettarsi e osservare come vanno le cose.

In generale, comunque:

  • Un approccio spavaldo non deve mai risultare volgare o sfacciato, peggio ancora maleducato. Non è un modo di fare che avrà mai successo con le donne in generale;
  • Un approccio più timido non dovrebbe risultare impacciato. Anche se potrebbe apparire simpatico, non mostra quella virilità magnetica che connota gli approcci di successo.

Come sempre, quindi, la verità sta nel mezzo. In un ampio mezzo, con forti differenze a seconda dei contesti e delle persone che ci troviamo di fronte.

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Come elaborare la strategia d’approccio migliore per te

A questo punto possiamo semplicemente ammettere che non esiste una formula vincente universale, e che la cosa migliore sia comunque assecondare la nostra indole.

Ognuno di noi è diverso, ed è una diversità che dovrebbe emergere anche nel nostro modo di approcciare la donna che ci interessa.

Ecco come cucire su misura per te una strategia d’approccio a prova di ogni contesto e di ogni donna: in tre passaggi, descriveremo un metodo che non ti potrà assicurare il 100% di successo.

Quello che può assicurarti, però, è di massimizzare le tue chances e di evitare con certezza le figuracce.

1. Sii sicuro di te, senza uscire dalla tua zona di comfort

Per prima cosa dovresti concentrarti su te stesso.

Quanto puoi essere diretto con una donna al primo approccio, senza sentirti fuori luogo? Quell’incrocio tra la tua indole e l’obiettivo di non apparire impacciato è il punto verso cui dovresti andare.

Più riesci ad essere sicuro di te, più riesci a trasmettere la tua sicurezza a chi hai di fronte. Se esageri, però, finirai per rendere macchinoso e poco sciolto il tuo approccio.

2. Osserva prima di agire

Se vuoi avere più successo con il tuo approccio, cerca di comprendere bene il contesto in cui ti trovi e la persona a cui vuoi parlare.

Ci sono le sue amiche o è da sola? Sembra annoiata? Le altre persone presenti cosa stanno facendo? Pensi che sia dell’umore di parlare con un’altra persona?

Non c’è bisogno che tu faccia un report completo della situazione. Fermati, però, almeno trenta secondi ad esaminare il quadro generale. Ti suggerirà come agire.

3. Rispecchia te stesso nel tuo approccio

Da ultimo, è importante che il tuo approccio trasmetta l’essenza della tua personalità.

La prima impressione è molto importante. Quando si parla di approcci, hai circa 5 secondi per dare alla persona che hai di fronte degli elementi per formarsi questa prima impressione.

Se sei una persona simpatica ed estroversa, metti la tua simpatia e la tua disinvoltura nel tuo approccio; se sei più timido e riservato, mostralo nel tuo approccio.

Se l’altra persona starà al gioco, sarà perché esteticamente e con il “riassunto” della tua personalità l’hai colpita abbastanza. Altrimenti saprai che comunque non avrebbe funzionato, anche al di là dell’approccio.

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